Terza età: istruzioni per l’uso! L’attività fisica come prevenzione primaria
Terza età: istruzioni per l'uso! L’attività fisica come prevenzione primaria – Ada Nazionale
Prosegue la rubrica ADA ‘Terza età: istruzioni per l’uso!’ a cura del Dottor Loretucci. Oggi un focus sull’attività fisica come prevenzione primaria.
Perché fare attività fisica è cosi importante specialmente quando si diventa anziani? Perché la sedentarietà aumenta il rischio di moltissime malattie, mentre il tenersi in forma rallenta sia il decadimento cognitivo che quello delle funzioni vitali. Questa constatazione, infatti, può spiegare come i soggetti attivi corrano un rischio minore di sviluppare malattie come le demenze e l’Alzheimer. Da tempo i ricercatori hanno scoperto i vari processi biologici che spiegano come fare movimento faccia bene all’organismo, ma oggi si tenta di capire anche perché questa associazione sia scritta nei nostri geni, quale sia il suo senso alla luce dell’evoluzione che, come è noto, tende a favorire le caratteristiche più adatte alla sopravvivenza della specie.
Noi umani discendiamo dai primati, salivamo e discendevamo dagli alberi e correvamo come loro per procuraci il cibo. Sembra però che il moto muscolare esercitato continuamente abbia maggiori effetti benefici sugli esseri umani rispetto agli animali. Sta nascendo quindi una teoria affascinante che gli studiosi stanno ancora elaborando per spiegare l’importanza dell’esercizio fisico sull’allungamento della longevità definendola “Ipotesi nonni attivi”.
Resi sani e longevi dall’attività fisica i nostri antenati hanno potuto occuparsi dei nipoti aiutando quindi i loro genitori nelle loro attività giornaliere. Anche allora quindi hanno rivestito il ruolo di “ammortizzatori sociali”. Effettuare una regolare attività sportiva è essenziale per consentire di mantenere un metabolismo attivo, una buona circolazione cardiovascolare, la flessibilità delle articolazioni, una serenità a livello mentale dovuta al rilascio delle endorfine, migliorando alcune funzioni neurofisiologiche quali l’attenzione, la memoria e la concentrazione. Tutte le ultime ricerche dimostrano quindi l’esistenza di un forte legame tra l’attività fisica e la salute mentale. E’ ormai facilmente dimostrabile anche grazie alle tecniche di Neuroimaging, che indagano sulla circolazione del sangue in particolari nuclei cerebrali, come la pratica di uno sport possa avere delle ripercussioni sui livelli dell’ansia e della depressione, sull’umore e sull’autostima. E’ presente una forte correlazione positiva specialmente nei soggetti con bassa autostima e dunque più predisposti a depressione. Si può facilmente concludere che aumentando i livelli di attività fisica, l’autostima cresca diminuendo il rischio della depressione.
È importante ricordare che per attività fisica non si intenda solo l’esercizio fisico ma ogni movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che comporti un dispendio energetico superiore a quello in condizioni di riposo, incluse quindi le attività effettuate lavorando, giocando, dedicandosi alle faccende domestiche o impegnandosi in attività ricreative etc. (OMS, 2014). Sempre l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di fare almeno 150 minuti di attività aerobica di intensità moderata durante la settimana o almeno 60 minuti di attività fisica aerobica di intensità vigorosa durante la settimana.