Terza età, istruzioni per l'uso: il pensionamento – Ada Nazionale
Continua la rubrica Terza età istruzioni per l’uso a cura del Dottor Francesco Loretucci. Oggi un focus sul pensionamento.
Il pensionamento è una delle tappe principali della vita dei lavoratori nelle società industriali, cioè per tutti coloro che hanno concepito il loro valore in termini di occupazione. Il lavoro, oltre a fornire il reddito necessario per la propria esistenza, può costituire un valido motivo per svegliarsi al mattino e andare stanchi a dormire la sera.
Per molti è al centro del loro modo di pensare e di agire mentre per altri è solo una delle tante attività che essi possono esercitare. Per questo l’esperienza del pensionamento può apparire come una perdita o come una liberazione. Darà il via a cambiamenti totali nelle vita dei singoli. Per la maggior parte delle persone questo passaggio viene vissuto in tre fasi. La prima si può definire la “Luna di Miele”. Ci si sente sereni, lontani dalla sveglia mattutina, dalle responsabilità legate al proprio ruolo nell’organizzazione in cui si prestava servizio. Poi però nel tempo, nella seconda fase, ci si rende conto della nuova realtà, dell’assenza dei propri amici, e della prospettiva forse di non vederli più. Questo periodo è molto variabile in termini di tempo e dipende dalla esperienze passate del lavoratore, dalla sua personalità e dal ruolo attuale nella propria famiglia. Nella terza fase si va incontro ad un processo di riadattamento alla vita da pensionato non per tutti sicuramento certo. In alcuni casi se sorgono delle difficoltà si potranno infatti sviluppare sintomi depressivi. Il rapporto che il soggetto ha con ha con il coniuge, i figli e gli eventuali nipoti, in questi momenti è fondamentale. Fare, tra l’altro, il nonno attivo conferisce molta dignità al neo pensionato. Assumere un compito importante di supporto alle famiglie dei propri figli dà la certezza di essere ancora indispensabili nella gestione quotidiana delle varie responsabilità e nella compartecipazione futura della programmazione allargata. Spesso i neopensionati devono occuparsi anche dei genitori anziani. Questa condizione genera spesso grandi tensioni relazionali. Può esserci una tensione fisica relativa all’organizzare lavori come fare il bagno, vestire e pulire la casa. Spesso però la fatica, se possiamo definirla così, è psichica. Prestare assistenza a persone fisicamente non autosufficienti o con demenze senili, se non si è avuta una adeguata formazione, mette infatti a rischio l’integrità cognitiva di chi assiste. La maggior parte delle persone desidera aiutare i propri cari ma dopo qualche tempo perde le energie necessarie per portare a termine questo delicato compito. E’ quindi necessario l’aiuto a chi assiste specie se è tempestivo ed efficace. Persuadere le persone ad accettarlo è spesso un compito delicato. Alcune lo considerano un sintomo di fallimento, altre lo rifiutano perché non capiscono cosa loro viene offerto, altre ancora perché capiscono che l’aiuto offerto non è di qualità. Ecco quindi che servizi come l’assistenza domiciliare e i centri diurni offerti dagli assistenti sociali, dovranno essere presentati in maniera chiara garantendo personalmente l’inserimento nelle strutture. I neo pensionati rappresentano inoltre la spina dorsale di ogni tipo di associazioni di volontariato. L’A.D.A. nelle sue attività giornaliere nelle varie realtà territoriali ne è la testimone. Dalla raccolta dei pacchi alimentari, allo scambio di esperienze intergenerazionali, al trasporto degli anziani presso le strutture sanitarie è infatti in constante crescita l’attività supportata dai nostri volontari pensionati.