Terza età, istruzioni per l’uso: gli anziani e le cadute.
Terza età, istruzioni per l'uso: gli anziani e le cadute. – Ada Nazionale
Continua la nostra rubrica ‘Terza età, istruzioni per l’uso’ a cura del Dottor Francesco Loretucci. Oggi un focus sul tema anziani e cadute.
Le cadute negli anziani rappresentano una delle cause maggiori di morte e di invalidità permanente. Dalle ultime statistiche pubblicate dall’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si evince che circa i tre quarti delle morti a seguito di una caduta si verificano tra gli ultra sessantacinquenni. Questi incidenti possono spesso compromettere la totale indipendenza personale causando oltre all’invalidità permanente un grave problema sociale che costringe gli infortunati al ricovero nelle R.S.A.
Una caduta generalmente è causata da diverse cause che interagiscono tra di loro. Distinguiamo fattori intrinseci, estrinseci e situazionali.
Fattori intrinseci. Sono legati al progredire dell’età. Ci possono essere modificazioni patologiche dei sistemi legati al mantenimento dell’equilibrio e stabilità, il calo della vista e della forza muscolare degli arti inferiori, malattie neurologiche, malattie croniche e vari tipi di demenze. Il rischio di cadute inoltre aumenta con l’aumentare dei farmaci assunti. I farmaci psicotropi sono quelli più comunemente associati al rischio incidenti.
Fattori estrinseci. I rischi legati all’ambiente di vita interagendo con quelli intrinseci aumentano il rischio cadute. Una superficie liscia e scivolosa o un percorso sconnesso generano un pericolo maggiore di cadute in un soggetto con difficoltà di equilibrio rispetto ad un soggetto sano.
Fattori situazionali. Alcune normali attività possono aumentare il rischio cadute. Correre per rispondere al telefono, salire su una scala a libretto non perfettamente aperta etc. Sono eventi che si verificano principalmente per distrazione ma possono essere amplificati anche dalla mancanza di coordinamento dei movimenti tipico dell’anziano.
Le cadute, specie se recidive, aumentano il pericolo di lesioni, ospedalizzazione e decesso in persone fragili con osteoporosi diffusa e deficit nell’esecuzione delle attività di vita quotidiana. Sebbene la maggior parte delle lesioni non sia grave (contusioni, abrasioni etc.) statisticamente il 5% delle cadute determina fratture di omero, polso o bacino, il 2% la frattura dell’anca, il 10% genera fratture gravi come i traumi cranici. La metà degli anziani spesso quando cade non riesce a rialzarsi senza un aiuto. La permanenza per più di 2 ore sul pavimento può causare svenimenti, disidratazione, ipotermia e attacchi di panico. Anche avendo superato con esito positivo le conseguenze dell’incidente la paura che si possa ripetere frena l’attività delle persone per cui la mobilità risulta compromessa per la perdita di fiducia nelle proprie risorse. In base a queste considerazioni, una volta dimessi dall’ospedale, gli anziani oltre ad un adeguato supporto psicologico devono essere indirizzati a dei cicli di fisioterapia o a programmi di esercizi fisici e di terapia occupazionale che possono essere svolti presso il domicilio. Importante inoltre è la correzione dei rischi ambientali, l’uso di calzature con tacchi bassi e il buon uso degli ausili quali il bastone