Continua la nostra rubrica ” Terza Età, Istruzioni per l’uso” a cura del Dott. Francesco Loretucci, oggi un focus sulle cure palliative.
Le cure palliative
La parola palliativo deriva dal latino “pallium” che significa mantello, immaginato posato su un corpo come per proteggerlo.
Per “Cure palliative” si intendono l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da una inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici”. (Articolo 2 Legge 15 marzo 2010 n.38.) Nello stesso articolo viene definita la “Terapia del dolore” come l’insieme di interventi diagnostici e terapeutici volti ad individuare e applicare alle forme morbose croniche idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppressione ed il controllo del dolore. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) definisce le cure palliative come un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie, che si trovano ad affrontare problematiche associate a malattie inguaribili attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza, per mezzo di una identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e di altre problematiche di natura fisica, psicologica, sociale e spirituale. Leggendo questi testi si evidenzia come ciò che caratterizza un trattamento palliativo è la sussistenza di una patologia inguaribile e la necessità di garantire al malato la migliore qualità della vita possibile per il tempo che gli resta da vivere alleviandone le sofferenze. Queste terapie non accelerano ne ritardano la morte e non hanno nulla a che vedere con l’accanimento terapeutico o con l’eutanasia. Provvedono al sollievo del dolore integrando aspetti sanitari e psicologici offrendo anche un sistema di sostegno alla famiglia sia durante la malattia sia durante il lutto. Hanno diritto alle cure palliative i malati di tutte le età colpiti da una qualunque malattia inguaribile in fase avanzata (non solo il cancro). Sono un diritto del malato e sono gratuite. Possono essere effettuate a seconda dei casi presso la propria abitazione, in ospedale o in strutture residenziali specializzate per la terapia del dolore e per il trattamento dei malati terminali denominati Hospice all’interno dei quali operano diversi professionisti. Lavorano strettamente in equipe medici, infermieri, assistenti sociali, assistenti spirituali e personale volontario. Questi complessi sanitari permettono il soggiorno dei parenti nella camera del malato dando loro la possibilità di soggiornare anche la notte. Offrono inoltre l’accesso ad ampi locali comuni dotati di divani per rilassarsi ed anche l’utilizzo di cucine attrezzate. Si accede alle cure tramite una richiesta da inviare alla rete locale delle cure palliative da parte del medico di famiglia o dei medici specialisti ospedalieri. E’ importante ricordare come anche una normale abitazione è generalmente idonea ad una assistenza di questo tipo. L’avvio di una presa in carico domiciliare prevede però una valutazione da parte del personale sanitario per accertare la presenza di buoni requisiti strutturali e igienici. E’ compito dell’equipe di cure palliative stabilire, in base alle preferenze della persona malata, alla sua gravità e ai bisogni della famiglia, decidere dove svolgere l’assistenza. Purtroppo in molte regioni le liste di attesa in strutture pubbliche sono lunghe e gli Hospice devono dotarsi di criteri valutativi standardizzati per valutare le priorità all’interno delle liste stesse. Ricordiamo che il malato ha sempre il diritto ad un’informazione completa sulle sue condizioni di salute e sul decorso della malattia. Le cure palliative favoriscono la sua consapevolezza e la sua piena partecipazione alle scelte terapeutiche con i tempi e i modi personalizzati. Tuttavia nel caso il paziente non volesse essere informato il suo desiderio deve essere rispettato. Queste terapie non hanno come scopo la risoluzione della malattia ma si adoperano per il controllo dei sintomi e della sofferenza globale del paziente intesa come sofferenza fisica, psichica e relazionale. Non portano alla guarigione ma attraverso un approccio globale e interprofessionale permettono la cura della persona con malattia grave, cronica, evolutiva in fase terminale al fine di migliorare la sua percezione della qualità della vita. In quest’ottica, quella che viene definita la “Pianificazione condivisa delle cure” è espressione di un percorso di dialogo tra pazienti, familiari e medici in un contesto di reciproco rispetto finalizzato al raggiungimento di una piena pianificazione delle terapie condivisa con il malato. A questa piano concordato i sanitari sono tenuti ad attenersi nel momento in cui il paziente venga a trovarsi in condizione di non poter più esprimere il suo consenso a particolari terapie. Le cure palliative non possono non tener conto della terapia del dolore che molto spesso si associa alla cura della persona nell’ultimo stadio della sua vita. Vengono usati sia metodi farmacologi contro il dolore che non farmacologici di supporto quali agopuntura, massaggio, fisioterapia e supporto psicologico. Il dolore è infatti tra tutti i sintomi quello che più angoscia il malato e i suoi familiari. I farmaci più utilizzati sono i cosiddetti oppioidi, derivati dall’oppio, molto efficaci nel controllare il dolore soprattutto quando è molto intenso nelle fasi acute e croniche. Le organizzazioni Non Profit e gli Enti del Terzo Settore per prime si sono occupate delle cure palliative sollecitando l’approvazione della legge n.38/1 del 15 marzo del 2010. Importante in questo campo risulta essere il ruolo del volontariato che offre al malato e ai suoi familiari una relazione di aiuto gratuita, caratterizzata da ascolto e condivisione emotiva consentendo, con iniziative pratiche di supporto alla famiglia, qualche ora di sollievo ai parenti.