Terza Età, Istruzioni per l’uso: La Prima Visita Geriatrica
Terza Età, Istruzioni per l'uso: La Prima Visita Geriatrica – Ada Nazionale
Continua la nostra rubrica “Terza età, istruzioni per l’uso" a cura del Dottor Francesco Loretucci, oggi un focus sulla prima visita geriatrica.
L’anamnesi, ovvero la raccolta della storia clinica di un paziente nella prima visita geriatrica, è sicuramente più difficoltosa da effettuare da parte del medico nei soggetti anziani perché dovrà valutare, per una buona diagnosi, una serie di notizie che per l’età di chi le riferisce, potranno essere poco precise o inesatte interferendo quindi con la valutazione sanitaria finale. E’ necessario quindi che analizzi attentamente diversi fattori quali:
La sottostima dei sintomi: i pazienti possono in maniera errata non evidenziare sintomi che considerano normali nel processo di invecchiamento quali difficoltà della vista e dell’udito, incontinenza, stipsi, vertigini, cadute, tremori, etc
Paura: gli anziani possono essere restii a ricorrere alle cure temendo l’ospedalizzazione.
Disturbi della memoria: possono non ricordare la malattie del passato, ricoveri, uso dei farmaci ed operazioni. In questi casi il medico dovrà essere aiutato dai familiari o dai caregiver per ricevere informazioni dettagliate
Disturbi legati all’età: La depressione, frequente negli anziani, e il disagio dovuto ad una patologia invalidante possono rendere l’anziano meno interessato a mantenersi in salute. I soggetti con deficit cognitivi tendono inoltre ad avere difficoltà nel descrivere i propri sintomi.
Il colloquio Durante il colloquio per mettere a suo agio il paziente il medico può chiedere di descrivere una sua giornata tipo normale ottenendo in questo modo informazioni sulla sua qualità di vita e sulla funzionalità mentale e fisica.
Un esame dello stato mentale è necessario all’inizio dell’anamnesi per determinarne l’affidabilità. Va fatto con molto tatto per evitare che il paziente si imbarazzi e diventi non collaborativo. Gli indizi verbali e non verbali quali il tono della voce, lo sguardo, il ritmo del discorso e il contatto visivo possono fornire diverse informazioni che possono contribuire a fare una giusta diagnosi. In mancanza di uno stato mentale compromesso il paziente deve essere intervistato da solo senza le possibili influenze dei familiari. I medici ovviamente, se lo ritengono necessario, possono aver bisogno di parlare con un parente o con un caregiver che può contribuire con le sue osservazioni a dare una prospettiva diversa allo stato di salute dell’anziano sia dal punto fisico che mentale ed emotivo.
Anamnesi medica
Nell’analizzare l’anamnesi delle patologie remote il medico dovrà chiedere informazioni sulle malattie più comuni sofferte in passato e su quelle più recenti legate alla senescenza e conseguentemente le terapie messe in atto. E’ opportuno porre domande volte ad esaminare in modo sistematico ogni area del corpo per verificare la presenza di quei disturbi che i pazienti possono aver sottovalutato o dimenticato. Anamnesi farmacologica Ai pazienti nella prima visita sarà chiesto di portare in visione tutti i farmaci e gli integratori prescritti dai sanitari precedenti. Il medico dovrà assicurarsi che il soggetto abbia con se tutti quelli previsti ma questo certamente non garantisce poi che la terapia venga seguita. Sarà compito di chi segue l’anziano controllare la loro assunzione. Importante, inoltre, è verificare se l’anziano sia in grado di leggere le etichette dei farmaci e se sia capace di aprirne agevolmente i contenitori.
Anamnesi da consumo di alcol, fumo e droghe ricreative
Ai pazienti che fumano tabacco va consigliato di smettere immediatamente, specie a letto, avvertendoli sia dei rischi da dipendenza da nicotina che di eventuali lesioni polmonari. Gli anziani dovranno anche essere controllati per i disturbi causati da uso di alcool spesso sottodiagnosticati. Tali disturbi possono comprendere rabbia, confusione, ostilità, tremori e neuropatie periferiche. I pazienti che usano droghe quali oppiacei, marijuana ed allucinogeni devono essere informati circa il rischio di dipendenza e di possibili interazioni con i farmaci.
Anamnesi sulla salute mentale
I problemi di salute mentale non sono facili da diagnosticare nell’anziano specie se leggeri. I sintomi che indicano un disturbo nei giovani quali anoressia, perdita di peso, stanchezza, insonnia, disfunzione cognitiva possono avere un’altra causa in chi è avanti negli anni. Tristezza, perdita di speranza ed episodi di pianto possono indicare la depressione. L’ansia generalizzata che è il disturbo mentale più frequente riscontrato negli anziani, insieme alla frequente irritabilità, è riconducibile anch’esso ad una depressione sottostante.
Anamnesi sociale
I medici, specie nel primo colloquio, devono ottenere informazioni circa la modalità di vita del paziente. Sapere se vivono da soli, in un condominio, in una casa isolata o ospiti di strutture residenziali. Va valutato il possesso di un telefonino e la possibilità di saperlo usare quando si esce di casa. Il medico deve ricevere informazioni sulla casa di abitazione ad esempio sull’uso dei tappeti, sulla presenza di rilevatori di perdite di gas, sulla presenza di scale interne. Queste notizie permettono di valutarne le condizioni di sicurezza e la possibilità di suggerire consigli per migliorarla. E’ inoltre importante far descrivere la giornata tipo con le attività svolte come leggere, fare qualche lavoro, fare sport, e porre infine domande riguardanti : La frequenza e la natura dei contatti sociali amicali, delle visite dei familiari
La possibilità di guidare
La persona che eventualmente lo assiste ed i servizi di supporto (amici, vicini, associazioni di volontariato) che sono disponibili ad aiutarlo La capacità dei familiari di aiutare il paziente L’atteggiamento del paziente verso i membri della famiglia ed il loro atteggiamento nei confronti del paziente. Al termine di queste valutazioni il medico sarà in grado di effettuare una buona diagnosi responsabilizzando il suo paziente a seguirla.