Terza Età, Istruzioni per l'uso: La Solitudine – Ada Nazionale
Continua la nostra rubrica ” Terza Età, istruzioni per l’uso”, a cura del Dott. Francesco Loretucci, oggi un focus sulla solitudine.
La solitudine
La solitudine viene definita come uno stato emotivo che si sperimenta quando è presente un sentimento di isolamento sociale derivante dalla differenza tra le relazioni sociali che si vorrebbero vivere e quelle che si percepiscono avere nella realtà. Questa definizione di natura quantitativa però non tiene conto di alcuni aspetti specifici dei legami sociali. Infatti ciò che fa la differenza non è tanto il numero delle relazioni ma la loro qualità. Anche a fronte di un numero ridotto di relazioni sociali se queste sono funzionali ad una buona qualità della vita (offrono ad esempio supporto, ascolto attivo, condivisione, accettazione..) possono contribuire ad allontanare il senso di solitudine. In Italia, come risulta dall’ultimo rapporto dell’ISTAT, le persone over 75 anni autosufficienti che vivono da sole sono ben 2.5 milioni. La solitudine è una compagnia dolorosa ed incide profondamente sul loro vissuto. Influisce sicuramente sulla salute mentale costituendo un alto fattore di rischio per lo sviluppo di forme depressive. Comporta inoltre anche altre conseguenze negative per la salute fisica quali l’ipertensione, i disturbi del sonno e i deficit del sistema immunitario. I soggetti sono portati ad adottare, tra gli altri disturbi, forme disadattive dannose di autoterapia quali il consumo eccessivo di alcool e tabacco. La solitudine è associata ad un aumento della mortalità tramite condotte suicidarie alla cui base si suppone esserci la mancanza di connessioni interpersonali e la percezione di essere un peso per la società. Le attuali statistiche attestano che il 40 % degli ultrasettantacinquenni autosufficienti risulta non avere nessuno a cui rivolgersi in caso di bisogno. La cause di questa situazione sono molteplici dalla crisi della famiglia alla vedovanza, dalla morte dei coetanei alle condizioni abitative limitanti. Perdita del ruolo sociale, emarginazione, solitudine sono questi i fattori che gravano sulla vita di questi anziani come e più di una malattia. Questo stato d’animo non coincide spesso con un effettivo isolamento della persona ma con una situazione percepita come tale. Questa sensazione avviene all’interno di un contesto sociale, culturale ed ambientale spesso disfunzionale che può avere una grande influenza sui vissuti individuali. Sta emergendo, negli ultimi anni, un approccio alla risoluzione del problema mirato ad agire sia all’interno del contesto familiare sia sull’ambiente nel quale la persona vive per facilitare l’incontro e l’interazione con gli altri, anche di età diverse, contrastando l’isolamento. Ultimi studi sulla progettazione delle abitazioni in ambienti urbani evidenziano diversi aspetti chiave che possono favorire la solitudine o la socializzazione degli abitanti. Vivere ad esempio in appartamento di pochi metri può aumentare il senso di isolamento. Più è piccolo e meno ospiti si possono invitare consolidando l’abitudine a trascorre molto tempo da soli. I mezzi di trasporto efficienti invece rappresentano una buona opportunità per raggiungere facilmente la persone che fanno parte della rete relazionale dell’individuo, ma anche una ottima occasione per fare incontri inaspettati. Gli spazi pubblici attrezzati, specie quelli verdi, incrementano le interazioni sociali sia pianificate che occasionali. Va evidenziato come la solitudine individuale dipenda sia da ciò che la progettazione urbana di uno spazio le consente di poter fare, sia dal modo in cui questa persona deciderà di poter sfruttare tale progettazione. Si tratta di una relazione complessa che coinvolge il contesto socio-culturale ed economico oltre le esperienze, i bisogni e i valori individuali. A questo proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato il “Global Network for Age-friendly Cities and Communities” mettendo in contatto le città e le comunità di tutto il mondo per facilitare lo scambio di informazioni, conoscenze ed esperienze su come progettare ambienti e comunità per invecchiare bene e vivere al meglio la vecchiaia.