‘Terza età, istruzioni per l’uso’: Le emozioni e il loro ruolo
'Terza età, istruzioni per l'uso': Le emozioni e il loro ruolo – Ada Nazionale
Continua la nostra rubrica ‘Terza età, istruzioni per l’uso’ a cura del Dottor Francesco Loretucci, oggi un focus sulle emozioni e il loro ruolo.
Le emozioni ed il loro ruolo nella memoria dell’anziano
Le emozioni sono dei complessi fenomeni che svolgono una importante funzione adattiva nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente di vita agendo come mediatori fra gli eventi di uno specifico contesto e le risposte individuali e comportamentali di un essere umano. Le emozioni guidano la percezione che abbiamo del mondo che ci circonda, i nostri ricordi e i nostri giudizi sociali. A livello scientifico nel tentativo di studiare le emozioni in base alle loro caratteristiche specifiche è stata fatta una distinzione tra emozioni primarie e secondarie.
Le emozioni primarie compaiono precocemente nei primi mesi della crescita del bambino risultando fondamentali nei processi di adattamento all’ambiente di vita. Appartengono a questa categoria, indipendentemente dalla cultura, dalla storia o della personalità dell’individuo, la paura, la rabbia, la sorpresa, il disgusto, la felicità e la tristezza. Le stesse emozioni sono presenti anche nelle specie animali superiori.
Le emozioni secondarie o complesse, chiamate così perché originano dalla combinazione delle emozioni primarie, emergono dopo i 2 anni di vita nel momento in cui il bambino comincia a percepirsi separato dalla madre. Tra le principali troviamo la vergogna, il senso di colpa, l’orgoglio, il disprezzo, l’imbarazzo, l’invidia, la superbia e la gelosia. etc. Sono emozioni proprie del genere umano che presuppongono uno sviluppo cognitivo sufficiente a comprendere le prime regole del comportamento sociale.
Le emozioni sono formate da diverse componenti: quella fisiologica che attiva il sistema nervoso centrale e quello autonomo, quella espressiva la cui sede principale risiede nell’espressività del volto e nella gestualità e quella comportamentale che prevede una messa in atto di una o più azioni per raggiungere uno scopo.
I processi cognitivi, sociali ed affettivi sono strettamente connessi. Per questo motivo le emozioni hanno un ruolo decisivo nell’apprendimento, nella memoria, nelle motivazioni dell’individuo in quanto facilitano od ostacolano tali processi contribuendo al raggiungimento o meno degli obiettivi. In generale l’effetto prevalente delle emozioni sulla registrazione e la rievocazione dei ricordi è positivo. Infatti, in circostanze che suscitano delle emozioni, siamo in grado di fissare particolari e dettagli che altrimenti ci sarebbero sfuggiti. Inoltre il ricordo di episodi autobiografici rilevanti in termini affettivi-emotivi persiste molto più a lungo e ci appare temporalmente più prossimo di quello relativo a fatti e circostanze che abbiamo vissuto come neutri.
Ma come cambiano e quali sono le emozioni dell’anziano? Le emozioni sono processi psicologici centrali, la cui regolazione, all’aumentare dell’età, diventa più sofisticata perché cambiano gli obiettivi che gli anziani si prefiggono. Si privilegiano le emozioni positive e si minimizzano quelle negative. Queste modifiche sono dovute alle esperienze acquisite che gli individui hanno acquisito con l’età e alla consapevolezza che il tempo che resta è breve. La ristretta rete sociale degli anziani viene quindi interpretata non in termini di disimpegno, ma come selezione di quelle relazioni che sono importanti, gratificanti e significative e che li ricompensino emotivamente rispetto a quelle superficiali. Più che cambiamenti emotivi, con l’aumentare dell’età, si osserva una maggiore modulazione delle emozioni, che spiega la maggiore stabilità dell’umore e la diminuzione della risposta psicofisiologica. Gli aspetti emotivi positivi nell’invecchiamento, in assenza di ansia o depressione, non declinano quindi con l’età e si potenziano, sfatando il mito dell’anziano brontolone. Per rievocare un ricordo dalla memoria dobbiamo dedicare uno sforzo al compito e focalizzarci su di esso per elaborare il materiale, collegarlo ad altre informazioni dato che la qualità del nostro ricordo dipende da quanto abbiamo elaborato il materiale appreso. Ogni singola esperienza quindi, non stimola una singola risposta emotiva ma anche alcune emozioni correlate. Caratteristica della vecchiaia è proprio l’accumulo di molte esperienze emotive alle quali la mente attinge. I compiti più difficili, per i soggetti anziani, specialmente se depressi, sono quelli che richiedono un maggiore sforzo pe r organizzare ed elaborare il materiale. Quindi si può sostenere che le emozioni giocano un ruolo importante nei processi cognitivi legati alla memoria, in quanto la forza dei ricordi dipende dal grado di attivazione emozionale indotto dall’apprendimento per cui eventi ed esperienze vissute con una partecipazione emotiva di livello medio alto vengono catalogati nella nostra mente come importanti ed hanno una buona probabilità di venire successivamente ricordati.