Terza Età, istruzioni per l'uso: l'invecchiamento – Ada Nazionale
Continua la rubrica Terza età istruzioni per l’uso a cura del Dottor Francesco Loretucci. Oggi un focus sull’invecchiamento.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) 1948, definisce il concetto di salute come uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto assenza di malattie o infermità. Nel 2011 sempre L’OMS definisce la salute come la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive. In tutte e due le definizioni si evidenzia come Il nostro modello di salute debba comprendere anche l’analisi degli aspetti psicologici e socioculturali della salute dalla nascita dell’uomo fino al suo invecchiamento.
Da un punto di vista descrittivo si considerano due tipi di invecchiamento: Invecchiamento primario ed Invecchiamento secondario.
Per Invecchiamento primario si intendono quelle modificazioni che avvengono nell’organismo a livello fisiologico, psicologico e sociale che si presentano con lo scorrere del tempo. I cambiamenti comprendono l’usura e il deterioramento degli organi. Una buona condotta di vita può rallentare questo processo ma certamente non impedirlo. Esempi di questi cambiamenti sono la diminuzione della vista, della massa muscolare, la diminuzione dell’udito, la minore resistenza alle infezioni e la menopausa.
Per invecchiamento secondario si indicano quelle modificazioni nell’organismo che dipendono dal decorso di una malattia, dai danni dovuti ad esempio da un incidente, e dalle scelte relative allo stile di vita come l’alimentazione e l’esercizio fisico. Esempi di cambiamenti dovuti all’invecchiamento secondario sono l’osteoporosi, il sorgere di patologie cardiache e le demenze. Risulta evidente quindi come i cambiamenti legati all’invecchiamento primario siano uguali per tutti e sostanzialmente inevitabili, mentre i cambiamenti legati all’invecchiamento secondario non interessano tutte le persone e in molti casi sono prevenibili. Con il passare degli anni la capacità di recupero dell’organismo di fronte alle malattie e al logorio psicofisico in generale diminuisce. Per questo le strategie di prevenzione contro le patologie dell’anziano assumono grande importanza per preservare la salute. La distinzione tra i due tipi di invecchiamento è importante perché pone attenzione su quegli elementi del processo di invecchiamento che sono maggiormente passibili di intervento comprese le modifiche allo stile di vita e alle scelte sanitarie prese in autonomia. Se si ritiene che tutte la malattie della vecchiaia siano inevitabili si perde l’opportunità di prevenirle. Se si crede, ad esempio, che le malattie cardiache siano il risultato dell’aumentare dell’età e che debbono essere per questo accettate si perde l’occasione di adottare quei comportamenti che potrebbero allungare la vita e migliorare la qualità della vecchiaia. L’invecchiamento secondario non curato non solo può portare ad una scarsa qualità della vita ma può, a propria volta, aggravare gli impatti negativi dei processi di invecchiamento primario.
Non esiste un tipo di vecchiaia uguale per tutte le persone. Perché più ci si invecchia e più ci differenziamo uno dall’altro? Mentre nei primissimi anni dopo la nascita generalmente non si sperimentano stili di vita diversi tra loro, con il tempo le persone crescendo intraprendono percorsi esistenziali diversi. C’è chi inizia a lavorare precocemente, chi continua a studiare, chi decide di non sposarsi e chi decide di mettere su famiglia, chi inizia a fumare e chi fa attività fisica, chi contrarrà malattie o subirà traumi. Tutti questi ipotetici accadimenti sommati alle proprie caratteristiche biologiche ereditate con la nascita, contribuiranno alla eterogeneità tra gli individui. E’ proprio questo modo differente di invecchiare che rende difficile distinguere quali siano i veri effetti dell’invecchiamento primario e come e in che grado i cambiamenti osservati siano influenzati dalle interazioni ormai certe tra biologia, circostanze e scelte di vita individuali. I prossimi studi ci sveleranno nuove teorie ma tutte sicuramente non potranno che confermare l’unicità delle vita umana.