Terza Età, Istruzioni per l’uso: La ludopatia ed il gioco d’azzardo
Terza Età, Istruzioni per l'uso: La ludopatia ed il gioco d’azzardo – Ada Nazionale
Viene definita ludopatia un disturbo del comportamento caratterizzato dal desiderio compulsivo di tentare la fortuna al gioco. E’ una patologia che rientra nella categoria delle dipendenze con specifico riferimento ai giochi d’azzardo intendendo con questo termine tutti quelli nei quali si gioca, dopo una scommessa, per vincere denaro e nei quali il risultato dipende del tutto o in parte dalla fortuna più che dalla abilità del giocatore. Il Gambling termine inglese per il gioco d’azzardo, sta diventando negli ultimi anni una condotta ossessiva per molti anziani. In Italia vi si dedica regolarmente il 25% degli ultra sessantacinquenni, ed è una abitudine consolidata per questa classe di età che può protrarsi nel tempo per oltre 10 anni per 6 giocatori su 10. Generalmente si inizia a giocare per distrarsi (35%) o per curiosità (29%). Il gioco d’azzardo è praticato più dagli uomini (31%) che dalle donne (21%), più al sud (26%) che al nord (25 %). Dall’inizio degli anni 90 non solo è aumentato il volume delle giocate ma è cambiata la qualità delle stesse. Prima i giochi erano lenti, ovvero le vincite si riscuotevano giorni dopo, vedi ad esempio il totocalcio e le lotterie ora sono velocissimi quali il bingo, i gratta e vinci e le slot machine. In riferimento a queste ultime emerge un dato sconcertante: in Italia ne sono presenti 265.000 con una media di una slot ogni 228 abitanti. I risultati di queste scommesse istantanee incentivano a riprovare la sorte immediatamente in maniera compulsiva per rifarsi della perdita di denaro. Attraverso il gioco d’azzardo molte persone cercano di colmare quei vuoti creati dalla solitudine e da patologie quali l’ansia e la depressione tipiche della terza età. Di questi disturbi in Italia ne soffre una persona su 10 di oltre i 65 anni, arrivando ad una percentuale del 17% dopo gli 85. Moltissimi studi a livello nazionale hanno evidenziato come il momento del pensionamento sia particolarmente critico. L’anziano si trova con molto tempo a disposizione, le responsabilità familiari si allentano, si sente il bisogno di uscire di casa ed i soldi della liquidazione tanti o pochi sono a disposizione. I giocatori se interpellati dai famigliari in riferimento a strani comportamenti o alla sparizione di somme di denaro mentono per nascondere la loro dipendenza. Il fenomeno rimane sommerso in quanto gli anziani non ammettono di avere un problema, o perché non se ne rendono conto o dal momento che si vergognano a riconoscerlo. Il giocatore generalmente infatti sui mass media non è visto come un malato che soffre di una patologia ossessiva ma come uno sprovveduto che butta via i propri soldi. I parenti vengono a conoscenza della ludopatia spesso troppo tardi quando ad esempio i congiunti sono caduti nella mani degli strozzini. Nel 2012 con il decreto Balduzzi, la dipendenza dal gioco d’azzardo è stata riconosciuta come una patologia in carico al S.S.N. ed è stata inserita tra le dipendenze trattate dai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Nel 2016 è stato creato un Fondo Statale dedicato per realizzare attività di prevenzione, cura e riabilitazione. Nel 2019 è stato costituito un Osservatorio presso il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità ha attivato un Numero Verde Nazionale (800558822) a cui chiedere aiuto. Successivamente è stata attivata una piattaforma dal titolo “Uscire dal gioco”. Dal punto di vista della prevenzione è necessario incrementare l’attivazione di una rete territoriale composta da medici di base, case della salute, servizi sociali e associazioni di volontariato, coinvolgendo anche i centri sociali per gli anziani quali sedi da loro preferite per fare attività di terapia di gruppo. Il trattamento della ludopatia richiede quindi un approccio integrato che deve coinvolgere il paziente fortemente motivato a cambiare le proprie condotte, la rete sociosanitaria, i suoi famigliari e la sua rete amicale. Ci sono diversi approcci terapeutici per curare i giocatori ludopatici. Da quello ambulatoriale che prevede sedute di psicoterapia cognitivo-comportamentale sia singole che di gruppo ai gruppi di auto-mutuo-aiuto. E’ fondamentale inoltre fornire un sostegno psicologico anche ai familiari ed un supporto legale ove necessario. E’ previsto anche in alcune realtà offrire un percorso residenziale per vivere un periodo di cura in una comunità di recupero. In queste strutture si possono sostenere le fragilità tipiche dell’anziano quali quelle psichiche, sociali, relazionali, sanitarie ed economiche.
Per ricevere aiuto in caso di difficoltà si può chiamare il Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al gioco d’azzardo 800558822.