Terza Eta' , Istruzioni per l'uso: La Pet Therapy – Ada Nazionale
Continua la nostra rubrica “Terza Età, istruzioni per l’uso" a cura del Dottor Francesco Loretucci, oggi un focus sulla Pet Therapy.
Lo psichiatra infantile Boris Levinson fu il primo a coniare il termine di “Pet-Therapy”, pubblicando un lavoro nel 1961 dal titolo The Dog as-co-therapist per descrivere l’utilizzo di alcune specie di animali da compagnia nella cura di determinati disturbi psichiatrici.
Osservò che alcuni bambini con serie difficoltà di comunicazione facevano facilmente amicizia con il cane di sua proprietà e come questa relazione aiutasse in seguito i piccoli pazienti nell’abbassare le proprie difese emotive favorendo in questo modo un approccio fattivo con il terapeuta.
Tutto quindi iniziò quasi per caso ma si cominciò a pensare che una collaborazione strutturata con delle particolari specie di animali (cani, gatti e cavalli) potesse favorire il lavoro di cura. La Pet Therapy da allora venne utilizzata per la cura della depressione, per bambini con disturbo dello spettro autistico, con soggetti con disturbi psichiatrici, con i malati di Alzheimer, con gli anziani e i disabili.
Si stima che in Italia circa il 40% delle persone anziane, in Italia, possieda un animale domestico. Moltissimi studi hanno ormai evidenziato come i benefici apportati dalla Pet Therapy contribuiscano alla salute psichica, fisica e sociale degli over 65.
Diverse interviste rivolte a partecipanti appartenenti a queste fascia di età, hanno testimoniato gli aspetti positivi che derivano della compagnia di un animale domestico. Sottolineano come la condivisione della loro vita con i propri amici a quattro zampe riduca il senso di isolamento offrendo una motivazione preziosa per vincere la solitudine. La semplice presenza in casa di un amico a quattro zampe porta quasi sempre, secondo la loro testimonianza, ad una nuova dimensione di benessere e sensazione di compagnia.
Lo scopo della Pet Therapy è quindi quello di eliminare uno stato di malattia o ridurne gli effetti negativi sulla salute migliorando la qualità della vita e lo stato generale di benessere.
Per soggetti che soffrono di Demenza Senile o di Alzheimer, ad esempio, è più facile instaurare un rapporto relazionale con un cane o un gatto che con un parente o un sanitario perchè la relazione con gli animali, essendo basata su gesti ed azioni che non hanno nulla a che fare con il linguaggio o la memoria, permette una interazione semplificata.
Invecchiando le persone tendono sempre ad isolarsi allontanandosi dalle le attività relazionali. Riscoprire il piacere di camminare, con la Pet Therapy, con un cane favorisce tra l’altro un miglior funzionamento dell’apparato cardio-vascolare favorendo la riduzione del colesterolo e della glicemia.
Gli anziani hanno riferito di provare un grande senso di responsabilità nei confronti dei loro piccoli amici malgrado le difficoltà a governarli al meglio causa i prezzi elevati del cibo, dei farmaci e delle tariffe dei medici veterinari. Avere un animale e prendersene cura dà loro un significato ed una continuità nella vita anche nei momenti di difficoltà dovuti all’avanzare degli anni. Vivere con un animale da compagnia è una esperienza complessa derivante da una serie di fattori e circostanze individuali e familiari. E’ importante prima di decidere di adottarlo, riconoscere e non sottovalutare le difficoltà e la responsabilità legate alla cura del nuovo amico. Per garantire un ambiente sicuro ed equilibrato sia per l’anziano che per l’animale è necessario valutare tutte le opzioni disponibili. Chiedere l’aiuto di un pet sitter, di un parente o di un amico, che possano alleviare il peso della responsabilità dell’adozione, rafforza la motivazione ad effettuarla.
Poichè i cuccioli tendono ad essere troppo attivi ed irrequieti è consigliabile per gli ultra sessantacinquenni la Pet Therapy con gatti o cani anziani. Spesso è l’anziano stesso a scegliere un animale domestico un po’ avanti con gli anni. Questa scelta consente infatti sia al padrone che all’animale di godere di ritmi della vita molto simili. La loro sintonizzazione contribuisce al soggetto di sentirsi indispensabile nell’accudimento del proprio amico a quattro zampe ampliandone in questo modo il beneficio psicologico che ne trae.