Terza Età, Istruzioni per l'uso: L'Ipocondria – Ada Nazionale
Continua la nostra rubrica " Terza età, istruzioni per l’uso" a cura del Dottor Francesco Loretucci, oggi un focus sull’ipocondria.
La caratteristica principale dell’Ipocondria denominata dalla letteratura psichiatrica “Disturbo da ansia di malattia” è la convinzione, basata sulla interpretazione errata di sintomi fisici, di soffrire di una qualche grave patologia senza aver avuto una diagnosi clinica che l’accertasse. Questo disturbo è generalmente cronico e in rari casi la remissione è spontanea. Esso interessa una percentuale che va dall’ 1% a 5% della popolazione ed è equamente distribuita tra maschi e femmine. La sua incidenza non varia in base allo stato socioeconomico o il livello scolastico dei pazienti. L’età più colpita è quella adulta, è rara nell’infanzia diventa più frequente nell’adolescenza e ancor più nella vecchiaia. I sintomi sono generalmente riconducibili a preoccupazioni riguardo a: a) funzioni corporee (ad esempio battito cardiaco, sudorazione o la peristalsi) b) sensazioni fisiche vaghe (cuore affaticato, vene doloranti, mal di testa leggero) c) alterazioni fisiche di lieve entità (piccole ferite che possono peggiorare, raffreddore che può diventare polmonite, dolori diffusi non continui in varie parti del corpo) A livello fisiologico si possono riscontrare 1) Alterazioni ritmo sonno-veglia 2) Nausea e vomito 3) Gonfiore e dolore addominale 4) Mal di testa 5) Diarrea o stitichezza 6) Disturbi urinari, disfunzione erettile 7) Sintomi neurologici (formicolii, cali di forza, nevralgie, alterazioni della sensibilità)
Le cause
a) Sono stati osservati a lungo i sistemi familiari in cui i soggetti hanno vissuto. Tra i fattori scatenati sono state analizzate le esperienze correlate alle malattie o alla salute nell’infanzia e la predisposizione genetica ai disturbi somatoformi quali la minore tolleranza al fastidio fisico e l’amplificazione delle sensazioni somatiche. E’ stata dimostrata una forte correlazione tra lo stile comunicativo e le emozioni. b) I bambini che presentano una qualche difficoltà nell’espressione verbale delle emozioni usano i sintomi fisici per riuscire a comunicare la propria angoscia. c) Quelli che sono investiti da alte aspettative genitoriali possono invece esprimere con forti sintomi somatici lo stress a cui sono sottoposti. d) I soggetti depressi o gli ansiosi possono esprimere il loro malessere emotivo con il corpo, come i bambini la cui famiglia nega loro l’opportunità di manifestare una qualunque emozione. Gli ipocondriaci possono allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia, ma anche se vedono che qualcuno si è ammalato. Per chi soffre di questo disturbo la paura diventa un argomento abituale di conversazione e un modo di rispondere agli stress della vita. La loro storia medica viene presentata con dovizie di particolari. Vagano da un professionista all’altro rovinando inevitabilmente la relazione medico paziente. Ritengono di non ricevere le cure appropriate e spesso si oppongono fortemente al suggerimento di rivolgersi ad un supporto psicologico. Le relazioni sociali vengono sconvolte perché il soggetto molto preoccupato per le sue condizioni fisiche si aspetta molta considerazione e trattamenti speciali. La vita familiare può diventare disturbata perché viene focalizzata intorno al benessere fisico del soggetto. Anche l’ambiente lavorativo risente di questo disagio causando spesso frequenti assenze ed incomprensioni con i colleghi. La cura dell’ipocondria La psicoterapia Tra le varie forme di psicoterapia la ricerca scientifica ha dimostrato di essere la più efficace la “cognitivo comportamentale”. E’ una forma di psicoterapia breve nella quale il paziente ipocondriaco svolge un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema insieme al terapeuta. Si concentra sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali nell’intento di spezzare i circoli viziosi dell’ansia verso la propria salute. La cura risulta particolarmente difficoltosa in quanto i soggetti non sono mai convinti che la causa dei loro mali sia soltanto di tipo psicologico. Terapia farmacologica La cura farmacologica, ammesso che il paziente la accetti senza paura che possa recargli danni, si basa sulla somministrazione di antidepressivi ad azione serotoninergica. Infatti dato che l’ipocondria viene paragonata al disturbo ossessivo-compulsivo, considerando le preoccupazioni verso la propria salute come delle ossessioni, la terapia segue le linee guida per tale disturbo. Nelle forme lievi la prescrizione di benzodiazepine può essere sufficiente a placare solo gli episodi di ansia a breve termine.