di Antonio Derinaldis
(Presidente Federazione Nazionale ADA ODV)
E’ molto strano come spesso ci si ritrovi a parlare o discutere pubblicamente o in privato del tema centrale della persona anziana in relazione alle nuove generazioni. In un’epoca di cambiamenti nel quale lo sviluppo umano integrale della persona rimane al centro di ogni intervento pubblico stretto tra scenari bellici, diseguaglianze sociali, cambiamenti climatici e nuove tecnologie digitali, emerge una sola grande crisi da superare insieme, quella centrata sul rispetto della dignità della persona stessa in tutte le eta’. La presenza di circa oltre 700 milioni di persone anziane oggi nel Mondo, con una tendenza di oltre 1 miliardo nel 2050, aprono scenari forti e complessi. Non da meno è il quadro sociale italiano con il suo 23 % di popolazione over 65 oggi e con un trend in crescita di oltre il 35% domani, in particolare nel 2050.
Il Terzo Settore italiano, global leader in Europa e nel Mondo, si inserisce in questo contesto quale processo di innovazione sociale nel solco del codice del Terzo Settore ma anche nel ruolo di welfare plurimo di prossimità . Un terzo settore che vale dagli ultimi dati il 4,4% del PIL e circa 84 miliardi di euro, con quasi 360.000 organizzazioni non profit compresivi di quelli iscritti al RUNTS (Registro Unico del Terzo Settore). Lo status di Ente del Terzo Settore è un’importante riconoscimento di utilità sociale e solidale che lo Stato assegna, cioè non essere Stato né mercato ma Ente privato di interesse collettivo. Questo definisce un ruolo nella società da autentico attore del cambiamento, da trasformatore sociale e, non ultimo, da attivatore di solidarietà.
La Federazione Nazionale ADA, già dagli anni ’90, ha attraversato il tempo e contribuito alla costruzione del Terzo Settore e di un nuovo welfare plurale al servizio delle persone anziane nel continuo rapporto intergenerazionale. Le generazioni sono mutate; in particolare i boomers, la generazione X, la generazione Z, i millenials, i nativi digitali e da pochi mesi “gli immersivi della generazione Beta”, disegnano un nuovo mondo, quello del metaverso. Un mondo dove l’intergenerazionalità lascia spazio alla multigenerazionalità incrementando nuovi e vecchi diritti, nuove e vecchie diseguaglianze. La persona anziana di oggi è cambiata rispetto a cinquanta anni fa; così come fra cinquanta sarà persona anziana “altra”. Spesso ci chiediamo come è mutata l’età biologica, psicologica, sociale tra l’active ageing e l’età della fragilità e della patologia.
E’ l’alba di una nuova epoca, con l’idea di sperimentare le comunità inclusive, le città pronte alla longevità, la medicina digitale, il superamento del learning divide, la sapienza resiliente di cui le persone anziane sono memoria e testimonianza sociale, l’ agetech, la silver ecology, l’impegno intergenerazionale nelle organizzazioni di volontariato quale parte attiva per la costruzione del bene comune. E’ necessaria una nuova comunicazione innovativa, multimediale, digitale nel Terzo Settore; è ricercare una nuova semantica intergenerazionale della persona anziana e dei nuovi diritti umani. E’ ripensare un nuovo umanesimo sociale e modelli di sviluppo solidali al passo dei tempi sulla finanza pubblica per il Terzo Settore con sempre al centro soluzioni inclusive sul più grande fenomeno che l’Umanità abbia mai affrontato: le persone anziane e il rapporto con le nuove generazioni.
Benvenuta ADA nella nuova era, dove il cielo è sempre più blu e “oltre il futuro, le persone”.