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di Maura Ianni
(Docente di Psicologia Generale presso l'Università Tor Vergata di Roma e Psicoanalista)
Nell’era tecnologica e globalizzata gli anziani si trovano spaesati nei meandri della moltitudine di stimoli che corrono veloce e che non danno loro il tempo di poter comprendere come utilizzarli al meglio. Lo scambio intergenerazionale in questa epoca diviene, ancor più rispetto al passato, un elemento fondamentale per chi non è nativo digitale. L’alfabetizzazione digitale per le persone anziane è fondamentale quando parliamo di cittadinanza attiva in quanto permette loro di essere al passo con i tempi e poter usufruire di una serie di vantaggi che la tecnologia mette a loro servizio.
Al fianco dell’alfabetizzazione digitale però non possiamo non mettere la trasmissione del patrimonio di esperienze di cui gli anziani sono custodi e che rappresenta elemento fondamentale per una buona crescita delle generazioni future. La storia, la tradizione, il folklore di un popolo è elemento che va tramandato di generazione in generazione al fine di mantenere viva l’identità sociale. Identità che rappresenta la radice che tiene viva l’umanità anche quando lo scorrere veloce del tempo sembra dare agli esseri umani l’illusione di non aver più bisogno di ciò che è stato. Conoscere il passato è fondamentale per vivere il presente e costruire un futuro migliore. Fare tesoro delle esperienze è elemento indispensabile per fare meglio, per non ripetere gli errori commessi, per cercare di costruire società sempre più attente ai valori fondamentali di cui l’umanità ha vitale importanza per la propria sopravvivenza. Valori come il rispetto, la condivisione, la difesa dei diritti e la valorizzazione dei doveri fanno di una comunità una realtà basata sulla difesa dei diritti fondamentali. Diritti fondamentali che le persone anziane riescono a tramettere con la forza dell’esperienza e con la determinazione della consapevolezza che i veri valori non stanno in ciò che hai ma in ciò che sei.
La sapienza dell’anziano è sapienza di esperienza ed è il valore più prezioso che possono tramettere alle generazioni native digitali immerse in un mondo usa e getta e tutto e subito. Esperienze di vita che rappresentano un patrimonio fondamentale oggi in un’epoca “virtuale” in cui la confusione emotiva sembra dominare le menti che non riescono a districarsi tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che vero e ciò che è falso. Falso è il mito dell’apparenza che ci impone di essere sempre al top demonizzando le paure, i limiti, le difficoltà. Falsa è la cultura dell’illusione che tutto è possibile anche senza sacrificio perché come ci ricorda Mahatma Gandhi, “la conclusione logica del sacrificio di sé è che l’individuo si sacrifica per la comunità, la comunità si sacrifica per il distretto, il distretto per la provincia, la provincia per la nazione, e la nazione per il mondo.”