L’ADA aderisce alla campagna nazionale Liberi dal gioco d’azzardo, lanciata da “Mettiamoci in gioco”, un coordinamento di istituzioni, organizzazioni del terzo settore, associazioni di volontariato, associazioni di consumatori e sindacati, insieme alla UIL, alla UIL Pensionati e all’Ital Uil.
Per contrastare i rischi del gioco d’azzardo che coinvolge sempre più giovani, casalinghe, pensionati, disoccupati e fa registrare un aumento di giocatori patologici o ad alto rischio di dipendenza (si stima che siano oggi circa un milione; informare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle caratteristiche del fenomeno in Italia e sulle sue conseguenze sociali; sanitarie e economiche; avanzare proposte concrete di regolamentazione e di modifica delle normative; organizzare azioni di pressione e mobilitazione; catalizzare l’impegno di tutti i soggetti che, a livello nazionale e locale, si attivano per gli stessi fini, si è costituito il coordinamento di “Mettiamoci in gioco”.
Per arginare inoltre, gli interessi delle organizzazioni criminali ed il ricorso all’usura delle persone, molte di queste sono anziane e pensionate, che si indebitano per continuare a giocare.
La campagna di comunicazione Liberi dal gioco d’azzardo si propone, pertanto di sensibilizzare i cittadini sui pericoli del gioco d’azzardo compulsivo e contrastare i messaggi illusori delle ‘vincite facili’, che troppo spesso accompagnano le pubblicità del gioco d’azzardo legale (slot machine, gratta e vinci, lotterie, ecc.). “Il messaggio che lanciamo con questa campagna di sensibilizzazione” – spiega don Armando Zappolini, portavoce di “Mettiamoci in gioco” – “è molto chiaro: attenzione, non fatevi abbindolare dalla pubblicità dei giochi d’azzardo. Non avete ‘quasi vinto’ e non ‘vincerete facile’. Anzi, è vero piuttosto che ‘più giochi più perdi, è matematico’, come diciamo nei nostri materiali di comunicazione. E il consumo di azzardo può dar luogo ad abuso e dipendenza, con conseguenze molto negative per sé, per le persone che ci sono accanto, per la società. Per raggiungere l’opinione pubblica punteremo, prima di tutto, sui mezzi e sulle strutture delle organizzazioni che aderiscono al coordinamento a livello nazionale e locale. Ogni aderente si impegna a far circolare i materiali della campagna all’interno della propria rete, nei luoghi e negli incontri che organizza a tutti i livelli. Insomma, invece di investire soldi per acquistare spazi pubblicitari, scommettiamo sulle relazioni sociali, sulla mobilitazione delle nostre organizzazioni, dei nostri soci e volontari. Ma rivolgiamo un invito particolare a unirsi a noi anche ai Comuni, da quelli più piccoli alle città metropolitane: promuoviamo insieme un messaggio forte rivolto ai cittadini”. “L’impegno che mettiamo in questa campagna di comunicazione” – continua don Zappolini – “è però anche un appello lanciato alle istituzioni e alla politica: suona la campanella, è ora di prendere decisioni precise e coraggiose, a cominciare dall’approvazione della prima legge quadro sul gioco d’azzardo in Italia, da quanto sarà contenuto in materia nella legge delega fiscale e dal riconoscimento, finalmente, del gioco d’azzardo patologico nei Livelli essenziali di assistenza garantiti dallo Stato, per i quali vanno stanziate risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle ora previste nel Fondo sanitario. Ogni persona che ha problemi di dipendenza deve poter contare su un aiuto professionale e facilmente accessibile da parte dei servizi pubblici e del terzo settore accreditato”.