
di LaPresse
Roma, 7 ott. (LaPresse) – Gli anziani e i giovani devono costruire insieme il bene comune. Questo il pensiero di Antonio Derinaldis, portavoce nazionale rete associativa Ada, espresso in un colloquio con LaPresse sul welfare, l’economia, la società.
La rete associativa Ada è tra le più importanti e capillari reti del terzo settore che si occupano di persone anziane e rapporti intergenerazionali, con oltre 140 enti affiliati sul territorio tra soci e volontari.
“La ‘comfort letter’ della commissione Europea quale via italiana all’economia sociale – osserva Derinaldis – ha aperto una serie di riflessioni ed approfondimenti sulla global leadership’ del terzo settore. Il terzo settore, da sempre radicato nella prossimità, oggi è chiamato a diventare innovatore civico e facilitatore di transizioni. Un approccio integrale che pone le persone anziane e le generazioni on-line non come beneficiari ma come co-costruttori di bene comune, detentori di saperi, esperienze, visioni. Siamo entrati secondo me nell’active ageity”. “L’avvento delle nuove tecnologie sia critiche che emergenti – continua Derinaldis – entrano in una nuova dimensione per essere strumenti per superare le disuguaglianze sociali e garantire la conoscenza equa per tutti e per tutte le età come l’Agenda 2030 Onu ci ricorda. Oltre il terzo settore nello sviluppo umano e di senso che rende centrale la persona anziana e le relazioni intergenerazionali va progettato un modello sistemico che integra: relazioni comunitari, reti tecnologiche, salute-cultura-accessibilità, capacity building generazionale”.
Secondo il portavoce della rete associativa Ada è “l’alba di un welfare pluri-fattoriale su basi inclusive, connesse ed attattive. L’introduzione di meccanismi applicativi di valutazione di impatto sociale e di impatto generazionale rendono le reti associative del terzo settore non uno spazio tradizionale ma un’ecosistema trasformativo, non solo servizi, ma costruttore di senso pubblico, non solo soggetto integrativo, ma attivatore di innovazione sistemica”.
“La persona anziana e il dialogo intergenerazionale deve rimanere centrale nelle alleanze tra reti associative, parti sociali, imprese sociali, cittadinanza attiva, istituzioni, scienza e tecnologia – rileva Derinaldis – è necessario promuovere una valutazione di impatto trasformativo non per misurare risultati, ma cambi di paradigma con indicatori quali la generatività sociale, l’impatto inter-generazionale, l’aumento di capitale relazionale, lo shift culturale. La rete associativa Ada in collaborazione con la Uil pensionati, nostra ispiratrice e fondatrice, è dentro questo percorso”.
Allora, qual è l’idea di futuro per la rete associativa Ada? “Oggi essere rete associativa – conclude Derinaldis – significa costruire un’alleanza per l’innovazione umana che mobilita energie, movimenta pensiero e accende impegno per rigenerare il senso inclusivo e partecipativo della longevità oltre il patto tra generazioni, territori e conoscenza. Basta vedere il nostro sito ‘adanazionale.it’ tra channel tv, podcast radio, piattaforma ‘viveredigitale.it’, progetti ministeriali e regionali. La rete associativa Ada è una rete che pensa, include, innova e trasforma. Proviamo a inventare il futuro coerenti alla creatività del terzo settore”.